Come Funziona un’Etichetta Discografica e Come Trovarne Una [LA GUIDA STRATEGICA DEFINITIVA]

Su come funziona un’etichetta discografica se ne dicono davvero tante.

Nel 2018 c’è ancora tanta confusione su quale sia il compito di un’etichetta discografica.

La confusione secondo me deriva da tutte quelle operazioni che sono connesse con il compito principale di un’etichetta.

Diciamo che principalmente il compito di un’etichetta discografica è stampare e vendere dischi. Per vendere i dischi si affiderà ad un distributore (distributore digitale per mp3 e streaming e un distributore fisico per quei pochi negozi di dischi rimasti).

Ovviamente per vendere dischi un’etichetta avrà anche bisogno di promozione e per questo si affiderà ad un Ufficio Stampa.

Gli artisti in catalogo poi dovranno anche suonare in giro e per questo un’etichetta si affiderà ad un’Agenzia Booking.

Questo in linea di massima.

A volte può capitare che un’etichetta svolga internamente il lavoro di promozione e di booking, ma un’etichetta seria e ben strutturata di solito delega questi compiti a professionisti del settore e non se ne occupa lei direttamente.

Quando un’etichetta decide di pubblicare un album il suo compito è quindi quello di stampare i dischi, falli arrivare ai punti vendita utilizzando un distributore (digitale o fisico che sia) e promuovere il disco affidandosi ad un Ufficio Stampa.

Quando i dischi si vendevano ancora le etichette discografiche si preoccupavano di tutte le spese da affrontare per la registrazione, la stampa e pubblicazione di un disco.

Pagavano lo studio di registrazione, pagavano le stampe, pagavano l’ufficio stampa, il distributore e agli artisti autori della musica prodotta facevano dei contratti in cui stabilivano che percentuale dei guadagni dare per ogni disco venduto. Si trattava di solito di percentuali basse perché tutte le spese erano sostenute dall’etichetta.

Ai tempi però in cui i dischi si vendevano e anche tanto, gli artisti che avevano una solida etichetta alle spalle (major o indipendente che sia) riuscivano comunque ad ottenere buoni introiti dalla vendita della loro musica e non avevano nessuna spesa da affrontare.

Diciamo che in passato riuscire a registrare un disco era già un traguardo.
Voleva dire che avevi già un’etichetta alle spalle.
Adesso invece fare un disco spesso è semplicemente il punto di partenza.

E infatti tutto cambia quando arriva internet e l’mp3.
Ed è qui che la confusione comincia a diffondersi.

C’è gente che si aspetta ancora che le etichette investano completamente in un progetto sostenendo tutte le spese.

Non che questo non avvenga più, ma sicuramente avviene in maniera diversa.

Di solito un’etichetta preferisce lavorare con artisti che hanno già lavorato bene da soli autoproducendosi e autopromuovendosi già qualche lavoro (qualche singolo oppure un disco) e capaci di aver creato un minimo di seguito intorno al proprio progetto.

Succede anche che un’etichetta possa produrre un’opera prima ma sempre di gente che un minimo abbia fatto parlare di se.

A questo punto arriva la solita obiezione: le etichette vanno sul sicuro, non investono, è facile lavorare così.

Il punto è che gli introiti dalla vendita della musica si sono drasticamente ridotti e chi ne fa maggiormente le spese sono le produzioni indipendenti.

Ora il lavoro di un’etichetta indipendente è prevalentemente quello di aiutare un artista con contatti e strategie efficaci che possano far crescere il progetto.

Dovrebbe assolvere sempre ai suoi compiti principali ma spesso si organizzano quelle poche risorse a disposizione insieme all’artista.

Ci si divide i compiti insomma.
L’artista spesso arriva ad un’etichetta proponendo già il suo disco pronto e registrato e l’etichetta decide se lavorare a quel progetto o no.

In caso di adesione stabilirà insieme all’artista quale ufficio stampa scegliere, se affidare i brani a un editore, come e dove distribuire il disco e a quale booking “amica” affidare l’artista.

Molto spesso si ragiona in termini di “prestiti”. Se l’etichetta pagherà l’Ufficio Stampa o pagherà la stampa dei CD, allora tutte le prime vendite del disco andranno a ricoprire i costi. Una volta recuperato tutto quello che è stato speso si inizierà ad andare a guadagno dividendo le entrate tra label e artista secondo le percentuali espresse nel contratto.

Quando un artista cerca un’etichetta deve stare attento alle tantissime etichette nate in questi anni che non hanno proprio a che fare con il compito principale di un’etichetta vera e propria.

In questo video spiego come evitare la fuffa che c’è in giro.

In questo video invece abbiamo visto le tre tipologie di etichette esistenti attualmente e quale cercare e quali invece evitare assolutamente.

Diffida sempre da chi ti chiede subito soldi e da chi vuole subito percentuali sulle date.

Le barriere di ingresso per creare un’etichetta si sono abbassate notevolmente e a volte può essere meglio creare la propria etichetta invece che cercarne una esterna.

Potresti infatti anche decidere di mettere in piedi la tua etichetta e in questa guida ti spiego come fare www.autoproduzione.michelemaraglino.com

Se invece si vuole assolutamente arrivare ad una etichetta prestigiosa, seria e vera già attiva nel panorama da tanti anni, cosa si deve fare?

La risposta è sempre la stessa: sbattersi alla grande iniziando da soli.
Se un’etichetta chiede a te soldi per registrare, promuovere e distribuire la tua musica allora non è un’etichetta vera, non sta lavorando con la tua musica, ma con te. Sei tu il suo guadagno. Sei semplicemente un cliente. Una volta che avrai accettato di pagare si limiterà a fare il minimo del lavoro che riguarda la pubblicazione di un album e avanti il prossimo.

Ma a te non serve un’etichetta così.
Se devi pagare allora non hai bisogno di loro.
Puoi fare da solo.

Anzi DEVI fare da solo.
Solo così potrai interessare VERE etichette.

Pubblicare le prime canzoni, i primi video (leggi la guida su come realizzare videoclip low budget) o il primo album e promuoverlo attraverso gli strumenti che la rete mette a disposizione.

Ho fatto una guida sull’autopromozione che sta aiutando tantissimi musicisti. Scaricala gratis da qui www.autopromozione.michelemaraglino.com

Utilizza i distributori digitali per mettere la tua musica sugli store digitali (itunes, spotify, amazon, ecc.).

Ce ne sono anche di gratuiti.
In questo video ad esempio parlo di Soundrop.

In questo video invece spiego come funzionano i distributori digitali e qui invece come fare a trovarne uno serio.

Una volta che hai pubblicato il disco e lo hai inserito nei vari store digitali, arriva la parte della promozione.

Puoi autopromuoverti (ha scaricato la mia guida?) o affidarti ad ufficio stampa esterno.

Leggi anche il mio articolo su come autopromuovere un singolo.

Cura Pagina Facebook (scarica gratis le prime 4 lezioni del mio corso per Facebook per Musicisti www.4video.michelemaraglino.com), il canale Youtube, Instagram e Spotify.

Leggi la mia guida su come gestire bene Instagram.

Scopri come aumentare follower e ascolti su Spotify (leggi il mio articolo).

Quando cominci a lavorare da solo con l’obiettivo di interessare una grossa label o booking, occorre farlo con una strategia ben precisa.

Ho fatto un corso anche su questo e lo trovi qui www.musicgo.michelemaraglino.com

Un punto fondamentale è suonare dal vivo.
Devi cercare di fare più concerti possibile.
Qui trovi la mia guida su come trovare le date da soli e qui qualche consiglio su come gestire la trattazione di una data.

Qui invece trovi un articolo molto interessante e dettagliato con tutto un piano strategico da seguire per poter apparire interessante di fronte ad una label o ad una agenzia di booking

Quando avrai creato il tuo seguito, piccolo o grande che sia, sarai in una posizione migliore per attrarre le etichette migliori e avrai più peso nelle contrattazioni. E’ questo l’obiettivo che devi avere. Iniziare da solo immergendoti totalmente nell’ambiente, conoscendo addetti ai lavori e stringendo collaborazioni che ti daranno molte più opportunità di trovare l’etichetta migliore per te.

Ti lascio con un ultimo video (guardalo qui) su quella che per me è la strategia migliore nello scegliere un’etichetta.

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Ok adesso è veramente tutto.

Buon lavoro!
Un abbraccio.
Michele

5 pensieri su “Come Funziona un’Etichetta Discografica e Come Trovarne Una [LA GUIDA STRATEGICA DEFINITIVA]

  • Salve.
    vorrei chiedere un consiglio.
    Sono stato contattato da un etichetta che si è detta interessata ai miei lavori.
    Dico da subito che è da anni che io e la mia crew facciamo tutto con le nostre forze e i nostri soldi, dalla produzione alla pubblicizzazione. A noi servirebbe giusto un aiuto con quest’ultima. Ancora non mi hanno chiesto soldi ne altro, dobbiamo ancora parlare nello specifico. Tu mi dici che se è un etichetta seria quindi dovrei respingerli se chiedono subito dei soldi giusto?

  • Ciao, mio figlio si è messo in testa di cantare, e lo fa anche bene, usa le basi che fornisce internet, va a scuola di musica, e per me è gia una spesa, e proprio a questo proposito, vorrei sapere se c’è qualche casa discografica che possa prendersi cura di lui. Grazie!!!

  • Ciao, articolo molto interessante, spero mi aiuterai a scegliere tra le due etichette che mi hanno contattato, dopo che hanno ascoltato un paio dei miei brani inediti. Una propone un contratto di 5 anni, proponendomi il rientro dei loro costi di produzione/distribuzione con i primi 25 download, insomma investono per poi guadagnare, come mi par di capire dovrebbe fare una etichetta seria. l’altra propone una coproduzione iniziale, in attesa di vedere come andranno le eventuali vendite, ci sarà da registrare presso gli studi loro affiliati, nel primo caso invece produco io le tracce a mie spese. Mi devo informare per la realizzazione dei video, ma intanto secondo te, in base alle info che ho scritto quale è la soluzione migliore? Grazie

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